A volte ritornano: il post senza ricetta

Durante questa lunga assenza dal blog mi sono successe alcune cose che devo proprio raccontarvi. Anche perché non si sparisce così, senza una parola, e durante questo periodo mi sono resa conto con piacere che c’è anche qualcuno che mi legge e che attendeva nuove da parte mia 🙂 Dunque, questi sono i fatti.

Partiamo da Aprile, quando ho frequentato un corso di food-writing interessantissimo, ma dagli esiti per me disastrosi: dovevo scrivere un post come esercitazione finale che mi è tornato indietro interamente corretto. “Cioè, scrivo così male?”, mi sono chiesta, irosa, triste, delusa e demoralizzata, e siccome oltretutto non sono affatto permalosa non ho scritto più nulla per tre mesi. Insomma, ho letto, seguito, preso appunti forsennatamente, mi sembrava di avere anche un mio stile: che cosa mi era mancato? Oggi credo di poter dire che è mancata la spontaneità: così ho deciso che pure se ho quattro lettori, se i miei discorsi non parano da nessuna parte e se a volte il mio italiano è discutibile, continuerò a scrivere come e se ne avrò voglia! Tanto che  la puntualità, la precisione e la frequenza di pubblicazione non siano il must di questo blog ormai s’è capito 😦

E questo mi porta alla seconda notizia che volevo darvi, la notiziona in realtà. Già sapete quanto ammiro le persone che si danno dei tempi e li rispettano, nelle loro faccende quotidiane come negli hobbies. Io ci riesco solo sul lavoro. In ufficio? Una macchinetta: precisa, affidabile, risolvo problemi, rispetto le scadenze. Eppure è un lavoro che non mi appassiona nemmeno un po’. Tristezza, forse è la parola giusta per descrivere il mio caso. Si può passare tutta la vita ad essere tristi, per carità.  Ma non sta nemmeno scritto nella pietra, se ci si pensa bene un attimo, e quando il microclima della multinazionale mi è diventato totalmente irrespirabile mi sono licenziata. Sì, in piena crisi, nella totale incertezza economica mondiale, mentre tutto e tutti invitano a non muovere un passo, mi sono lanciata dal dirupo e ho preso il volo. Per un immenso colpo di fortuna, mi sono lanciata con un buon paracadute e quindi non ho l’angoscia immediata di ritrovare un altro lavoro che non mi piace. Mi è stato fatto il regalo più bello che nella vita si possa ricevere: ho tempo. 

Ho passato i primi tredici giorni della mia nuova vita come sognavo da 13 anni: ho girato come una trottola in sella al motorino, ho preso il sole, sono andata al mercato di quartiere, ho frequentato un corso, ho fatto tardi la notte, rimesso a posto un po’ di foto, sono stata con la mia nonna. Non sono grandi cose, lo so, ma sono quelle che mi mancavano. E’ stato facile togliere la sveglia, disimparare a timbrare un cartellino, dimenticare le password. Più difficile sarà imparare a gestirlo, questo tempo. E poi dovrò scrivere il mio progetto, e poi realizzarlo: questo sarà ancora più difficile. Ma ho voglia e ho tempo… intanto mi godo l’inaspettato fresco di questa giornata, la pioggia fine, faccio un giro da mia madre, vado a riprendere la macchina dal meccanico, che finalmente sono riuscita a portarcela: e magari domattina preparo anche un piattino per voi, visto che oggi tante chiacchiere ma vi ho lasciato a bocca asciutta! 😉

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. veggieriot09 ha detto:

    Queste sono scelte veramente importanti e ammiro con tutta me stessa chi riesce a dire ‘basta’, volta pagina e si rimbocca le maniche per ricomciare. Quelle che hai descritto saranno anche piccole cose ma sono quelle che ti scaldano il cuore, che ti fanno sorridre nei momenti bui e che diventano ricordi preziosi quando di tempo non se ne ha più e bisogna aggrapparsi a qualcosa di bello per non cedere. Quindi ti dico soltanto brava e complimenti, sei riuscita in ciò che volevi e, sicuramente, ne gioverai moltissimo! Un abbraccio

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    1. SoulFood ha detto:

      Grazie Veggie! Un abbraccio anche a te 🙂

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